Vendere tutto a tutti… non si può!

Carissimi,

mi piacerebbe condividere con voi la mia risposta ad una recente mail inviatami da un aspirante imprenditore, che per motivi di privacy chiamerò fittiziamente “Pippo”, perché penso che possa contenere alcuni spunti utili per chiunque voglia avviare un’attività commerciale.

Pippo è addetto alla produzione nel settore metalmeccanico e l’azienda per cui lavora non naviga in buone acque. Pippo vorrebbe cambiare lavoro e diventare imprenditore. Dopo diverse valutazioni (che vi risparmio) è approdato all’idea di avviare un’attività di impresa (famigliare n.d.r.) nel settore del commercio al dettaglio di articoli di abbigliamento e accessori, proponendo articoli “griffati” a prezzi accessibili a tutte le tasche. Vorrebbe inoltre affiancare alla vendita tradizionale anche quella on-line. In futuro, avrebbe inoltre intenzione introdurre la vendita di accessori usati ed il noleggio. Pippo scrive di avere già preso appuntamento con alcuni grossisti e di avere inoltre individuato un paio di locali di circa 150 e 180 mq, il cui canone di locazione è compreso tra i 1250 e i 1500 euro al mese trattabili. A detta sua, non ci sono concorrenti diretti in zona…

Di seguito trovate il testo della mia mail, lievemente riformattato, per facilitarne la lettura:

Ciao Pippo, buon inizio di 2020!

Ti scrivo alcune considerazioni relative al contenuto della tua mail, partendo dal primo step della tua idea: commercio al dettaglio di articoli di abbigliamento “griffati”.

Premessa sulla localizzazione: nella zona di cui mi parli, in passato era presente una realtà simile a quella che vorresti avviare tu, che ha chiuso…

1) Concorrenza: tieni presente che a poca distanza c’è un centro commerciale che ospita una ventina di negozi di abbigliamento. A circa 45 minuti da di automobile si trova inoltre un importante outlet dell’abbigliamento: ha un’ampia scelta di marchi di alta gamma (a prezzi molto competitivi) e di assortimento. Non sottovalutare la concorrenza!

2) Clienti e prodotto: occorre valutare bene il target a cui vuoi rivolgerti (età, capacità di spesa, frequenza di acquisto) e quindi il tipo di prodotto (semplifico: elegante, casual, streetwear…). Ricordati: non puoi vendere ogni cosa e soddisfare tutti… devi fare delle scelte in termini di prodotto e target cliente. 

3) Locali: più il locale è ampio più hai bisogno di arredarlo e riempirlo di prodotti o sembrerà vuoto. Lo stock iniziale di merce esposta potrebbe diventare una spesa molto importante.

Considera che i primi 35-40 k€ di incassi (compresi vendite a saldo e sconti, e a margini normali) bastano appena per pagare l’affitto nell’ipotesi che sia di 15 k€ euro annui…poi c’è tutto il resto dei costi di struttura (energie, riscaldamento, assicurazioni, contabilità, pubblicità) e di chi ci lavora.

4) Pricing: le politiche di prezzo aggressive solitamente non portano a buoni risultati per i piccoli negozi che le attuano. Possono essere fatte solo da “chi se le può permettere”: punti vendita di grosse catene commerciali o, come accade spesso negli outlet, punti vendita di proprietà del produttore stesso, il quale non ha costi di distribuzione e può inoltre avvalersi di sconti e promozioni per commercializzare giacenze di magazzino o seconde scelte, praticamente al costo di produzione, senza perderci.

5) Vendita on-line: un e-commerce organizzato, posizionato e gestito bene ha costi simili ad un negozio fisico!

6) Condizioni commerciali: il commerciante bravo non solo sa vendere bene ma soprattutto sa comprare bene! Occorre sondare con i fornitori le condizioni commerciali da loro proposte, che non si limitano a prezzo e lotti minimi di acquisto, costi di spedizione e tempi di consegna e di pagamento, ma riguardano anche le politiche dei preordini, dei resi, le possibilità di riassortimento e relative modalità.

A presto

A.

Non ho ancora ricevuto da Pippo nessun feedback…spero di non essere stato troppo diretto. Che ne pensate?

Andrea

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